Secondo un recente rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), circa il 17,5% degli adulti (cioè uno su sei) sperimenta problemi di infertilità a un certo punto della propria vita. È una realtà che un numero crescente di coppie si rivolge ai centri di riproduzione assistita per ottenere una gravidanza.
Uno dei dati più rilevanti durante i trattamenti di riproduzione assistita, sono le informazioni sugli embrioni ottenuti dopo il trattamento.
Il tempo di coltura degli embrioni in laboratorio è molto importante. La realizzazione di colture lunghe (portando gli embrioni in vitro fino al 5° o 6° giorno di sviluppo) ci fornisce maggiori informazioni sull’evoluzione di ciascun embrione e ci permette di classificare e scegliere meglio l’embrione o gli embrioni che trasferiremo nell’utero della paziente. Inoltre, in una gravidanza naturale, l’embrione raggiunge l’utero in quest’ultima fase dello sviluppo embrionale, prima dell’impianto, dopo aver attraversato la tuba di Falloppio. Per questo motivo è considerata la fase di trasferimento ideale.
Sebbene i tassi di gravidanza siano strettamente correlati all’età della paziente (età maggiore, peggiori sono i tassi), è vero che gli embrioni che hanno raggiunto il 5° o 6° giorno di sviluppo, sono considerati quelli con la più alta probabilità di impianto e gravidanza, poiché hanno superato tutte le fasi precedenti del loro sviluppo.
Le blastocisti sono costituite da tre strutture fondamentali: la massa cellulare interna (ICM), che è il gruppo di cellule che darà origine al feto, il trofectoderma (TE), che è lo strato di cellule che darà origine alla placenta, e il blastocele, che è la cavità che si forma all’interno dell’embrione quando si riempie di liquido.
In laboratorio, ogni embrione viene valutato in modo indipendente e gli viene assegnata una categoria in base al suo aspetto/morfologia, ottenendo così una classificazione degli embrioni in base alla loro qualità.
Secondo la classificazione ASEBIR, valutiamo la morfologia della massa cellulare interna (ICM) e del trofectoderma (TE) in quattro categorie, dalla migliore alla peggiore qualità in base al numero di cellule e alla loro coesione e aspetto, assegnando loro le lettere A, B, C e D. Si valutano il numero di cellule, la loro disposizione e compattezza, la simmetria e l’aspetto, nonché il grado di espansione. Questi elementi vengono utilizzati per determinare la categoria finale della blastocisti.
Se siete interessati a questa tecnica o desiderate informazioni su un trattamento, potete contattarci inviando un’e-mail a info@centromedicomanzanera.com o utilizzando il modulo di contatto sul nostro sito web: https://form.centromedicomanzanera.com/es
María Pombar Gómez
Embriologa
IMMAGINE: Blastocisto: o que é? – Art Fértil (artfertil.com.br)
#riproduzioneassitita
#trattamentofertilita
#ovodonazione
#FIVET
#ICSI
#fiveticsi
#fertilita
#inseminazioneartificiale
#clinicamanzanera
#donazionediovuli
#donazionediseme
#donazionedigameti
#donazionediembrioni
#prgf
