La cannabis è una sostanza estratta dalla canapa (Cannabis sativa o Cannabis) che agisce sul sistema nervoso centrale. Da punto di vista chimico, il principio attivo è il 9– tetraidrocannabiolo (THC) che può essere presentato al consumo in tre forme:
• Marijuana, preparata dai fiori di Cannabis Sativa
• Hashish, che si ottiene premendo la resina della pianta
• Olio di hashish, mescolando la resina con un solvente come acetone, alcol o benzina
Il principio attivo THC si trova in differenti proporzioni secondo il prepataro che si utilizza, in questo modo la marijuana contiene del circa 10% e gli altri due preparati del 20 e 80%.
Questa droga è considerata la più utilizzata tra uomini e donne in età riproduttiva. Secondo un’indagine condotta dal 1995 al 2007 su alcohol e droghe in Spagna, nella popolazione tra i 15 e 34 anni, è emerso che il 14% lo aveva consumato negli ultimi 12 mesi e che il 3% ne consumava quotidianamente.
L’effetto di questa droga varia naturalmente secondo la dose. All’inizio a dosi basse, produce sensazioni piacevoli e benessere, disinibizione e cambiamenti nella percezione temporale e sensoriale, possono esserci anche difficoltà di coordinazione, soprattutto di azioni mentali complesse. Poi arriva un’altra fase con sonnolenza e depressione. A dosi più elevate può provocare letragia, confusione e talvolta anche stati di ansia e panico.
L’effetto del prodotto attivo o THC nella sperimentazione animale può produrre una diminuzione degli ormoni stimolanti delle ovaie, nonchè di prolattina, progesterone, estrogeni e testosterone. Verificando che tutti questi fatti si invertano 6 mesi dopo aver smesso di consumare questa sostanza.
Questi stessi risultati sono stati osservati nelle donne che consumano marijuana. Hanno avuto vari cicli senza ovulazione, specialmente quando consumavano almeno 3 volte alla settimana.
Anche negli uomini provocano alterazioni a livello riproduttivo. Si osserva una diminuzione del volume seminale, del numero e della mobilità degli spermatozoi.
Per quanto riguarda la riproduzione assitita (FIVET), si è visto che il numero di ovociti prelevati è stato un 25% meno e poi c’è stato anche un impatto importante sul numero di embrioni trasferiti delle donne che hanno fatto un consumo importante di marijuana.
Nella valutazione clinica delle donne consumatrici, non è stato possibile dismostrare che il numero degli aborti è aumentato, anche se negli studi sperimentali c’è una relazione con l’aumento.
I risultati sono contraddittori per quanto riguarda la sua influenza sulla gravidanza. Ma va notata che è anche difficile confrontare gruppi con consumi simili per trarre conclusioni valide.
Gregorio Manzanera
IMMAGINE: https://www.farmaceuticonline.com/es/cannabis/
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