È stato suggerito che diversi composti ambientali possono creare ambienti tossici che influenzano la riproduzione. Un’ampia gamma di anomalie, come il malfunzionamento delle gonadi, le malformazioni genitali, l’endometriosi, la miomatosi, l’insufficienza ovarica prematura, l’ovaio policistico e persino la pre-eclampsia, possono essere dovute a sostanze ambientali.
L’esposizione al piombo è stata associata a un ritardo nell’insorgenza dei caratteri sessuali secondari, il bisfenolo A all’ovaio policistico, gli ftalati, le diossine e i PCB all’endometriosi e i pesticidi o le diossine all’insufficienza ovarica prematura. L’infertilità in generale è correlata a metalli pesanti, pesticidi, diossine, PCB e bisfenolo. È stato dimostrato che le donne esposte a questi fattori ambientali nei 2 anni precedenti alla ricerca di una gravidanza, presentano un rischio maggiore di infertilità.
I preparati che possono influenzare la riproduzione:
Piombo: un elemento presente nel tabacco e negli alimenti contaminati, secondo Chang (2006) può essere responsabile di un aumento dei casi di infertilità sia negli uomini che nelle donne.
Erbicidi: sono prodotti utilizzati nel giardinaggio e nella coltivazione delle piante. (Greeley 2003) ha rilevato che possono causare un leggero aumento dell’infertilità.
Pesticidi: sono bifenili biclorurati (PCB) presenti nei lubrificanti industriali e negli alimenti contaminati. Nei maschi esposti, possono causare una diminuzione sia del volume che della quantità e motilità degli spermatozoi (Rozalt 2002).
Insetticidi: l’organoclorurato dicloroetilene (DDE) può causare, secondo uno studio (Dalvie 2004), una diminuzione dell’84% dei parametri spermatici nella popolazione esposta per motivi di lavoro a questo preparato. Oggi questa insetticida è fuori mercato, ma si può trovare in alimenti contaminati.
Ftalati: sono presenti nei detergenti, nei profumi e nei prodotti cosmetici; si è visto che la popolazione sovraesposta a questi preparati può subire una diminuzione di tutti i parametri spermatici, ritardando il tempo di raggiungimento della gravidanza (Axmon 2006).
Bisfenolo A: presente in PVC, plastica e bottiglie, può essere la causa di aborti ripetuti (Sugira-Ogasawara 2005).
Diossine: presenti in alimenti contaminati, possono aumentare il tempo di ricerca della gravidanza e persino causare sterilità. Nei maschi è correlata a un aumento delle gonadotropine e a una diminuzione del testosterone (Egeland 1994).
Perfluorurati (PFOS): si trovano negli imballaggi alimentari, nel rivestimento delle padelle e in altri utensili da cucina. Può essere dannoso in caso di sovraesposizione, soprattutto dal punto di vista lavorativo.
A causa della scarsità di studi, è difficile stabilire in modo chiaro e definitivo l’effetto che le sostanze ambientali possono avere sulla fertilità naturale, sulle tecniche di fecondazione in vitro (FIV), sullo sviluppo di patologie negli adulti le cui madri sono state a contatto con sostanze nocive durante la gravidanza. L’effetto comunque dipende molto dalle dosi e dal tempo in cui sono state a contatto.
Nel futuro si dovranno realizzare progetti su larga scala nell’ambito dei programmi di salute pubblica per chiarire l’influenza di questi fattori. A causa della moltitudine di sostanze chimiche che ci circondano, la cosa più importante è quantificare il tempo di esposizione dopo il quale una sostanza potrebbe essere dannosa.
Gregorio Manzanera
IMMAGINE: https://www.gomezroig.com/la-influencia-del-ambiente-en-la-salud-materno-infantil/
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